Archeologia dell'io
Reperti archeologici… da un archivio dell’IO
Archivio: La raccolta ordinata e sistematica di atti e documenti la cui conservazione sia ritenuta di interesse pubblico o privato… e, per estensione, luogo in cui tali atti e documenti vengono conservati… proseguendo, e qui si fa per noi più interessante, con questa citazione, il linguaggio è per lo scrittore l’archivio della memoria… così recita il dizionario on-line autorizzandoci con tali parole a pensare che anche per l’artista visivo il linguaggio sia l’archivio della memoria e quindi le opere, certo, ma anche gli appunti, gli schizzi, i progetti, i bozzetti, presenti in studio e ivi “archiviati”, sia pure in modo non sempre ordinato e sistematico, anzi il più delle volte affastellati, ammonticchiati, depositati o riposti con criteri organizzativi o casuali, a scelta e secondo preferenza e attitudine, costituiscano oltreché una testimonianza tangibile del proprio vissuto, anche e soprattutto una sorta di stratificazione geologica, un’orografia o una geografia interiore, una sorta di giacimento archeologico, là dove, nel tempo, sono stati registrati gli accadimenti, le emozioni, le invenzioni, le rotture epistemologiche, le avventure e le scoperte… lo specchio o, appunto, l’archivio, dell’IO.
Il tema proposto in questa mostra ha quindi rappresentato una ghiotta occasione per fare un tuffo à rébours, per rovistare, in modo più o meno figurato, nel proprio archivio personale e quindi, anche, nella propria memoria, per fare in qualche modo i conti col proprio passato, per riprendere interesse ad una ricerca interrotta, ad un progetto non realizzato, per colmare una lacuna, e infine, e forse principalmente, per ritrovare un segno, un’impronta, una traccia di sé, che, come in una immagine emersa casualmente o al termine di un’accanita ricerca, invecchiata dal tempo ma ancora perfettamente leggibile, conservi però una sorprendente somiglianza, o una intrigante diversità, con il nostro essere nel presente, consentendo altresì di ricostruire da un frammento l’intera narrazione.
E da questo personalissimo e intimo archivio ha attinto ciascun artista, chi con grande coerenza formale rispetto al proprio percorso, chi con imprevedibilmente diversa connotazione linguistica, proponendo, o riproponendo, autentici ritrovamenti archeologici, oppure presentando opere nuove ma rappresentative comunque della propria ricerca artistica nel tempo, a costituire una visione globale articolata e dinamica. Ed ecco quindi, tutte di piccole dimensioni, opere di inusitata eleganza, di accattivante sapienza materica con accenti di poetico rigore, divagazioni stravaganti sospese tra gioco e ironia… una imaginerie collettiva, una armonica babele unificata da un più o meno esplicito rapporto con il tempo e la memoria… una foto ricordo di una esperienza ancora in corso, come evidenziato dal supporto-scatola in cui verrà esposto e poi sì custodito, ogni singolo prezioso reperto, ma per essere riproposto nelle tappe successive di un viaggio affascinante…
Dalla brochure delle due mostre a Tolfa e Roma, 2016.