Arte/Scienza di Pace, 2008-2009. Arte in forma di libri
Riflessioni sul libro d’artista.
Il libro d’artista è, prima di ogni altra cosa, partecipazione attiva del fruitore che è costretto, dalla natura dell’opera, a mettere in gioco tutti i sensi, molto di più di quanto gli è chiesto con il libro tradizionale.
Da quando la Biennale del Libro d’Artista di Cassino, ha consolidato la sua presenza nel territorio della sperimentazione contemporanea, grazie anche all’istituzione dell’Archivio e del Centro di Documentazione, spesso sono stata invitata a spiegare la natura del libro d’artista e più volte ho provato a elaborare una definizione capace di esemplificare l’articolazione concettuale che si nasconde dietro quest’espressione, che pur nella sua assoluta specificità sembra sempre aver bisogno di ulteriori spiegazioni.
Seguendo le indicazioni di numerosi studiosi che prima di me hanno offerto disamine puntuali e meticolose sull’argomento, è possibile suggerire una suddivisione tra libro come supporto e libro come oggetto, a sottolineare l’ampio arco di soluzioni operative e formali comprese tra i due poli differenti del livre de peintre, che nasce dall’illustrazione di un testo letterario stampato in raffinatissime e preziose edizioni limitate e numerate, e del libro oggetto, realizzato in esemplare unico o comunque in pochi multipli, composto con supporti spesso differenti da quello tradizionalmente cartaceo. Sul filo delle sistematiche analisi che a partire dalla seconda metà degli anni ’60 ad oggi si sono susseguite, ho finito spesso con affermare che non esiste una definizione univoca di libro d’artista, ma che la sigla racchiude a fatica una vastissima e multiforme produzione, tanto che molte volte per chiarire ho suggerito di usare l’espressione arte in forma di libri. In effetti, di questo si tratta, di un’esperienza di ricerca emblematicamente materializzata nella forma di un libro, che partendo dai libri in calcografia arriva a libri realizzati con materiali eterogenei, anche se ogni eccessiva semplificazione non può che impoverirne inevitabilmente la complessità, perché i libri d’artista non sono la spiegazione né la documentazione di un’opera d’arte, ma sono l’opera, che può parlare da sé e di sé, raccontare la propria creazione e mostrare il modo in cui è stata scritta, disegnata, dipinta, incisa, fotografata, stampata, assemblata.
Per questi motivi non è difficile comprende le ragioni per cui, nel corso del XX secolo, la pratica del libro d’artista è diventata esperienza fondante nei differenti percorsi di ricerca legati alla contemporaneità, tanto che sempre più spesso le pagine di un libro sono intese dagli artisti come possibilità di nuove sperimentazioni, strettamente connesse alle soluzioni linguistiche legate alle singole tematiche progettuali e alle conseguenti scelte operative, ma soprattutto come essa nel corso degli ultimi decenni abbia attirato l’attenzione di un pubblico costantemente più vasto, superando i confini di una fruizione elitaria e segnando in maniera esponenziale l’incremento dell’attività espositiva correlata.
Dal Catalogo della mostra al Liceo Scientifico Majorana, Roma, 2009